Capitolo 7
Gli anni duemila: il rilancio
La Serie B e il passaggio ai Garrone
I primi due anni di permanenza nella serie cadetta della Sampdoria videro la squadra mancare la promozione per pochi punti e concludere al quinto posto, ma la stagione più travagliata del periodo fu senza dubbio quella 2001-2002, quando il rischio di retrocessione in Serie C1 era alle porte e solamente con una striscia positiva verso fine campionato la squadra si salvò, soprattutto grazie a Francesco Flachi[18], divenuto nel frattempo il nuovo idolo dei tifosi per la grinta e la classe mostrate.
Nel frattempo, sul fronte societario, voci riguardanti imprenditori, quali Del Vecchio (Luxottica), Della Valle (calzature) e soprattutto Enrico Preziosi, imprenditore avellinese legato al commercio di giocattoli, interessati all'acquisto del pacchetto azionario di maggioranza non portarono ad alcun risultato concreto, se non quello di fare aumentare la tensione nella tifoseria, fino a quando il petroliere genovese Riccardo Garrone, proprietario della ERG (storico sponsor della squadra dei tempi d'oro) intervenne in prima persona, dopo una prima fase nella quale si era proposto come semplice garante di una operazione che poi non andò a buon fine, e ne divenne proprietario interrompendo il declino sportivo e societario causato dalle enormi spese di gestione alle quali il Presidente Enrico Mantovani non era più in grado di far fronte.
La promozione in Serie A e l'inizio del ciclo Novellino

L'avvento di Riccardo Garrone portò in primis il riacquisto del memorabile simbolo, il marinaio, dalla società americana, azione che portò felicità tra la tifoseria blucerchiata, che rivide il proprio simbolo cucito sul petto dei propri beniamini. Con l'arrivo di Garrone, dopo alcuni anni di paralisi e di pochi investimenti, si registrò una grande voglia di riassaporare la massima serie. Per un immediato ritorno in Serie A, di cui tutta la sponda blucerchiata cominciò a parlare insistentemente, Garrone cambiò subito la panchina e la direzione generale, affindandole rispettivamente allo "specialista in promozioni"[19] Walter Novellino e a Beppe Marotta, con il quale il mister aveva già collaborato, con buoni risultati, a Venezia. Per l'immediata risalita la squadra fu rivoluzionata, ed ai rimanenti, come Francesco Flachi, Fabrizio Casazza, Nenad Sakic, Bratislav Zivkovic, Andrea Bernini, Alessandro Grandonie Mirko Conte, furono affiancati giocatori del calibro di Fabio Bazzani, Stefano Sacchetti, Luigi Turci, Fabian Natale Valtolina, Francesco Pedone, Sergio Volpi e Stefano Bettarini, affiancati da giovani promettenti come Angelo Palombo, Maurizio Domizzi, Corrado Colombo e Andrea Gasbarroni (in tutto sedici nuovi acquisti).

La partenza non poté essere migliore, visto che l'inizio di stagione previde il derby con il Genoa, che si trovava nello stesso girone di Coppa Italia: c'era dunque la possibilità di partire con il piede giusto. La partita, che fu fino all'ultimo a rischio per le pesanti piogge dei giorni precedenti, fu vinta dai blucerchiati con le reti di Flachi e Bazzani, i quali fecero subito intravedere le loro potenzialità e si guadagnarono l'appellativo pesantissimo di "gemelli del gol", attribuito in precedenza agli eroi dello scudetto Vialli e Mancini. In poco tempo, venne a crearsi un gruppo molto coeso, nel quale l'esperienza dei più "anziani" e l'entusiasmo dei ragazzi più promettenti, uniti alla grande carica agonistica del rude ma allo stesso tempo disponibile allenatore, portarono alla conquista della tanto auspicata promozione; essa arrivò ufficialmente il 17 maggio 2003, al termine di una sfida col Cagliari, battuto 3-1 allo stadio Luigi Ferraris di Genova. La fine della gara diede il via ad una lunga serie di festeggiamenti, che portarono, secondo le autorità, più di centomila persone ad affollare ed invadere le strade e le piazze del capoluogo ligure. La festa per la promozione fu senza dubbio addolcita dalle vittorie contro il Genoa il quale fu sconfitto dalla Samp in tutti i derby di quell'anno.
L'ottavo ed il quinto posto nei primi due anni di A
La prima stagione in serie A della Sampdoria vide l'arrivo di altri giocatori di livello, come Francesco Antonioli, Cristiano Doni, Cristian Zenoni, Giulio Falcone e Aimo Diana. I risultati furono piuttosto buoni per una neopromossa ed alla fine la squadra raggiunse l'ottavo piazzamento, a 4 punti dalla qualificazione in Coppa UEFA e dall'Udinese, giunta settima, che si sarebbe rivelata per lungo tempo una delle bestie nere dei blucerchiati. Nella partita decisiva per l'assegnazione dell'ultimo posto disponibile per l'Europa, la Sampdoria crollò in casa con i friulani per 1-3, vedendo così svanire il sogno di partecipare nuovamente ad una competizione europea dopo quasi sei anni.

L'ottavo piazzamento avrebbe potuto significare la partecipazione all'Intertoto, che prevedeva in quell'anno, come in quelli precedenti, una preparazione anticipata e numerosi passaggi del turno. La società, tuttavia, decise scaramanticamente di non accedervi in ricordo della stagione 1998/1999, nella quale la partecipazione all'Intertoto fu, a detta di molti, la causa della successiva disfatta in campionato e dell'amara retrocessione
Nel 2004 la tifoseria sampdoriana cominciò a criticare fortemente la società, colpevole di investire poco o niente e di stare unicamente attenta alle esigenze di bilancio. Gli arrivi di nuovi elementi quali Marco Pisano, Max Tonetto e Marcello Castellini, quest'ultimo al ritorno dopo l'esperienza in blucerchiato di qualche anno prima, non furono accolti bene dall'ambiente, che cominciò a rumoreggiare e si spaccò in due tronconi: da un lato i sostenitori di Garrone, dall'altro i critici del presidente. Eppure, dopo un inizio stentato la squadra, complice la decisiva vittoria allo Stadio Franchi di Firenze sulla Fiorentina, cominciò ad ingranare, a tal punto che poche settimane dopo si cominciò a parlare di Europa.
Nel gennaio 2005 subì una rocambolesca sconfitta dall'Inter, rimasta nella storia del calcio come una delle più clamorose rimonte. Avanti infatti di due reti a pochi minuti dal termine della partita, andò a perdere clamorosamente.
Alcuni elementi della rosa, come Fausto Rossini e Mark Edusei, riuscirono a ritagliarsi uno spazio importante, contribuendo alla crescita della squadra, praticamente imbattibile tra le mura amiche e spesso vincitrice in trasferta. Così, nelle ultime tre giornate la Sampdoria si giocò con l'Udinese l'accesso alla più importante e gloriosa competizione europea per club, la Champions, che fu però persa dai blucerchiati dopo i brucianti pareggi di Bologna ed Udine, oltre l'incredibile sconfitta casalinga con l'Inter, decisa da un gol di Adriano e caratterizzata da quattro pali colpiti dalla squadra blucerchiata, tra cui uno clamoroso del ghanese Edusei. Alla Sampdoria rimase comunque la soddisfazione di una cavalcata ai margini dell'incredibile: sicuramente, pochi erano così ottimisti da auspicare un tale successo.
La notte di Lens e le prime crepe nel rapporto fra società e i tifosi
Nella stagione successiva, la squadra non fu rivoluzionata ed anzi, fu arricchita da un attaccante di peso come Emiliano Bonazzoli, proveniente dalla Reggina, con il quale ci si aspettava un salto di qualità. L'annata iniziò piuttosto bene; il discreto inizio di campionato fu accompagnato dal superamento del turno preliminare in Coppa UEFA, frutto della decisiva vittoria in casa contro la formazione portoghese del Vitoria Setubal. In campionato, furono addirittura nove i punti ottenuti nelle prime quattro giornate, grazie alle vittorie suTreviso, Reggina e soprattutto Milan, quest'ultima per 2-1 con reti di Bonazzoli e Tonetto.
In Uefa, la squadra blucerchiata entrò dunque nella fase a gironi, dove si trovò un gruppo di avversarie piuttosto agguerrite: infatti, oltre all'abbordabile Halmstad si trovò di fronte l'Hertha Berlino, il Lens e la Steaua Bucarest. La vittoria con il club svedese ed i pareggi con Hertha e Steaua non bastarono ai blucerchiati per la qualificazione; la sconfitta decisiva di Lens, complice uno sciagurato passaggio all'indietro di Volpi ed il gol al 92° del tunisino Jemâa, intervallati dalla segnatura di Flachi ed un clamoroso palo dello stesso, si rivelò una sciagura per tutta la squadra, che perse fiducia e cominciò una clamorosa crisi in campionato.
Dopo la vittoria sul Messina, datata 12 febbraio 2006, la Sampdoria, che aveva cominciato a fare a meno del suo "bomber" Bonazzoli per la rottura del crociato, non riuscì più a vincere una sola partita, ottenendo tre punti in tredici gare e palesando grandi limiti tecnici e di concentrazione. La salvezza fu ottenuta più per demerito delle altre squadre che non per i meriti dei blucerchiati, che riuscirono persino a far voltare parte del pubblico in occasione dell'ultima partita dell'anno, sciaguratamente persa contro il già condannato Lecce. Le voci di un possibile esonero dell'allenatore furono spesso smentite dal presidente, deriso da alcuni sostenitori per la sua decisione di non mandare via il mister con il presunto motivo di non avere intenzione di pagare due stipendi contemporaneamente (quello per Novellino e per il nuovo allenatore). Alla fine Monzon fu riconfermato.
La stagione 2006-2007
Il film dell'annata e la qualificazione all'Intertoto
Nella stagione 2006-2007 la Sampdoria si presentò ai nastri di partenza molto diversa rispetto all'annata precedente; le partenze di uomini importanti come Max Tonetto, Aimo Diana,Francesco Antonioli e Marcello Castellini, che avevano fatto la fortuna di mister Novellino, furono sopperite dagli arrivi di giocatori come Accardi, Pieri, Franceschini e Fabio Quagliarella, quest'ultimo proveniente dall'Ascoli, dove si era messo in luce insieme al compagno Andrea Parola, anch'egli portato a Genova da Marotta. A luglio, e per poco più di qualche settimana, ha fatto parte della rosa blucerchiata anche il bomber Christian Vieri, prima di rescindere il contratto dopo aver saltato il ritiro estivo con la prima squadra e non aver svolto neanche un allenamento agli ordini del mister.
La voglia di riscatto della truppa blucerchiata sembrò subito molto forte, visto che le parole pronunciate dai calciatori, vogliosi di riscattare il terribile finale della precedente stagione, facevano intendere come il clima fosse ben diverso da quello rassegnato di pochi mesi prima. Tuttavia la Sampdoria, nell'arco di tutto il campionato, non è mai rientrata tra le prime sette squadre, attestandosi sempre fra l'ottavo ed il decimo posto, fino al nono piazzamento finale che è valso la qualificazione alla Coppa Intertoto, a seguito del rifiuto dell'Atalanta, giunta ottava. Senza dubbio, la squadra ha sentito la mancanza di un forte attacco, vista l'indisponibilità che ha interessato, per i più svariati motivi, tre delle quattro punte blucerchiate.
L'esplosione di Quagliarella e la squalifica di Francesco Flachi

La stagione, pur non offrendo globalmente grandi soddisfazioni, ha tuttavia rilevato le grandi capacità e potenzialità di Fabio Quagliarella, giovane attaccantecampano partito come quarta punta dietro Flachi, Bazzani e Bonazzoli e ritrovatosi alla fine dell'anno l'unico terminale offensivo a disposizione di Novellino. Quagliarella, dopo un esordio un pochino difficile, ha cominciato a far divertire la tifoseria blucerchiata con i suoi gol, divenuti alla fine quattordici e tutti di ottima fattura; il giocatore, infatti, non ha mai realizzato segnature banali, ma anzi, ha cercato spesso la marcatura da posizioni difficili, riuscendo addirittura a siglare nella partita esterna contro il Chievo un gol da quaranta metri, con un pallonetto spettacolare. Il giocatore, già desiderio di alcune delle cosiddette "grandi", ha alimentato ulteriormente le numerose richieste dopo le due splendide marcature messe a segno contro la Lituania nella sua prima partita da titolare inNazionale, giocata il 6 giugno 2007. Nel mese di giugno è passato all'Udinese, che se lo è aggiudicato alle buste.
Un capitolo a parte merita la vicenda Flachi, che tanto scalpore ha suscitato sia nell'ambiente blucerchiato che in tutta l'Italia calcistica. Infatti, il giocatore risultò positivo ad un controllo antidoping dopo la partita contro l'Inter del 28 gennaio: nelle sue urine furono trovate tracce di un metabolita della cocaina, la benzoilecgonina. Il giocatore fu immediatamente sospeso dalla sua attività sportiva, così come era già avvenuto all'inizio della stagione, con un fermo temporaneo di due mesi per presunte scommesse sul campionato italiano. Dopo le controanalisi, immediatamente richieste dal giocatore, è arrivata la conferma della positività alla cocaina.
Il 30 maggio 2007 Flachi, che aveva imputato la colpa ad una sigaretta contenente cocaina passatagli da uno sconosciuto in occasione di una festa per il figlio appena nato, è stato squalificato per sedici mesi; il giudice gli ha riconosciuto sì l'attenuante della particolare situazione familiare, ma ha anche tenuto conto dell'attenzione che il calciatore avrebbe dovuto mostrare, e che invece non ha avuto. La tifoseria si è comunque schierata dalla parte del suo beniamino, al quale viene riconosciuto il merito di avere salvato la squadra dalla Serie C1 qualche anno prima, oltre che di avere rifiutato il passaggio al Monaco per salvare la squadra blucerchiata.