Capitolo 2
Gli anni cinquanta
I primi anni
Dopo il buon piazzamento di due anni prima, la Sampdoria aveva attirato un sempre maggior numero di tifosi come ad esempio molti di quei genovesi che non erano mai stati attirati dai colori rossoblù. Così, si crearono sempre maggiori aspettative da parte dei tifosi blucerchiati, il cui sostegno non fu però ricompensato da parte della squadra e dell'allora presidente Parodi.

Il decennio si aprì con un dodicesimo posto, frutto di una non ottima campagna acquisti, il cui culmine fu raggiunto con la cessione di Giuseppe Baldini ai rivali del Genoa. Arrivarono sì Gei e Sabbatella, autori di alcuni gol importanti, e in quella stagione la subì 76 reti: nessuno, neppure il Genoa ultimo in classifica e retrocesso in Serie B, fece peggio. Inoltre, l'era dell'"attacco atomico" era terminata, con un bottino di 51 reti, piuttosto misero, se si pensa che l'organizzazione difensiva non era certo quella di oggi.
Il presidente Parodi capì finalmente che la difesa necessitava di una radicale trasformazione: dal Novara giunse il collaudato mediano Opezzo; dalla Lucchese Moro, il portiere delle pazzie, delle papere e dei miracoli per eccellenza; dal Livorno il centromediano-mastino Fommei. E la campagna acquisti diede i frutti sperati: da una parte, un buon numero di realizzazioni, mentre dall'altra sole 40 reti subite. La stagione 1951/1952 terminò con un soddisfacente settimo posto, che permise il necessario miglioramento dei rapporti tra presidente e tifosi, che avevano in precedenza mostrato un po' di delusione per lo scarso rendimento della squadra.
I successi di Ravano
L'anno successivo, nel quale i tifosi si aspettavano che ci potesse essere un ulteriore miglioramento, fu invece avaro di successi. Anzi, per la prima volta la Sampdoria fu coinvolta nella lotta per non retrocedere: alla fine, solo due preziose vittorie (rispettivamente contro l'Inter, 2-0 in trasferta, e contro il Palermo, 4-1 a Marassi) permisero alla società di rimanere nella massima serie. Nell'estate del 1953, il presidente Aldo Parodi si fece da parte: lo sostituì Alberto Ravano, la cui lunga presidenza -otto anni- fu caratterizzata soprattutto da buoni risultati.

L'avvento di Ravano apportò molti benefici alla società blucerchiata. Nonostante la partenza del bomber Bassetto (196 presenze e 93 gol con la Sampdoria), i tifosi non potevano che essere felici per il mercato estivo, con l'arrivo di giocatori tra cui Testa, possente centravanti, Podestà, buon difensore, Tortul, estroso centrocampista e Baldini, ritornato e "perdonato" dopo gli anni con la casacca rossoblù dei cugini. Alla fine, la Samp arrivò ottava, dietro solo alle squadre decisamente più forti ed organizzate.
La stagione seguente, quella 1954/1955, caratterizzata dalle ottime prestazioni del giovane difensore Bernasconi, che sarebbe poi diventato una "bandiera" blucerchiata, fu abbastanza buona: il nono posto finale, accompagnato da convincenti prove offerte contro le grandi (specialmente la Juventus), accontentò l'ambiente sampdoriano. In particolare, memorabile fu il match giocato a Marassi il 30 gennaio 1955 contro i bianconeri: 5-1 il risultato finale, con reti di Rosa, Ronzon, Baldini, Tortul e Conti (rig.) per la Samp, ed il gol di Bronèe per i torinesi.
I primi colpi di mercato: da Firmani ad Azeglio Vicini

Dopo il buon piazzamento della squadra, il presidente Ravano decise di rafforzare ulteriormente la squadra: il colpo di mercato della Sampdoria fu il bomber Eddie Firmani: le sue 18 reti in 29 partite, insieme alle grandi prestazioni della squadra e soprattutto del fantasioso Tortul, permisero al Doria di ottenere il sesto posto finale. Non sono mai riusciti a sconfiggere i cugini: all'andata una sconfitta per 2-1, mentre al ritorno, giocato "in casa", un noioso 0-0.
Nel luglio del 1956, Alberto Ravano portò a Genova il primo straniero di grande valore, Ernst Ocwirk, regista e capitano dell'Austria. Il suo arrivo fu accompagnato da quello del giovane centrocampista Azeglio Vicini, oggi conosciuto soprattutto per avere allenato, alla fine degli anni ottanta, la Nazionale italiana. L'annata fu contraddistinta dalle grandi vene realizzative di Firmani e di Ocwirk, autori rispettivamente di undici e dieci gol, ma anche da una difesa "ballerina", che risultò la più battuta dopo quelle del Palermo e dell'Udinese. Il quinto posto finale risultò abbastanza sorprendente, visto il grande numero di reti subite, ma l'elevato numero di marcature permise alla Samp di ovviare alle carenze difensive.
Il fine decennio cinquanta: i tempi di "Tito" Cucchiaroni
L'annata 1957-1958 vide i blucerchiati lottare per non retrocedere. La squadra, allenata da Lajos Czeizler, ottenne la salvezza solo all'ultima giornata, con una netta vittoria sul Torinoper 4-0. Per l'ennesima volta, la difesa risultò essere la più battuta di tutta la Serie A: furono ben 62 le volte in cui "si dovette raccogliere la palla in fondo al sacco". La vittoria, da parte della Primavera, del Torneo di Viareggio, non influì sulle scelte di Ravano: decise quindi di rimpiazzarlo e di sostituirlo con Eraldo Monzeglio.

Il presidente fece la scelta giusta. La cessione del bomber Firmani all'Inter, portò, oltre a congrui ricavi nelle casse blucerchiate, anche Vincenzi, difensore destinato a vestire la maglia del Doria per altri dieci anni. Il suo arrivo fu accompagnato da quelli di"Tito" Cucchiaroni e di Milani, tutti e due provenienti dalle squadre milanesi, e da quelli di importanti giovani cresciuti nelle giovanili, come Grabesu e Vergazzola. Pochi gol subiti ed un discreto numero di marcature, soprattutto da parte di Cucchiaroni e Milani (rispettivamente 10 ed 11 reti), fruttarono un quinto posto dietro alle grandi del calcio italiano.
Gli anni cinquanta si conclusero con un altro ottavo posto, determinato da prestazioni piuttosto altalenanti. L'arrivo dello svedese Skoglund, autore di sette reti, e le buone partite disputate da Ocwirk e Cucchiaroni, non bastarono per confermare la quinta posizione in graduatoria dell'anno prima. Sicuramente, un ruolo importante per la non bellissima stagione blucerchiata ebbe l'infortunio del bomber Milani, che s'infortunò nella partita contro il Bologna, giocata il 22 novembre 1959, riportando la rottura dei legamenti: stette fuori fino a maggio 1960, ed il colpo fu così duro per l'ambiente sampdoriano che furono perse le cinque partite seguenti a quella contro la compagine emiliana. L'unica "soddisfazione" della stagione fu la retrocessione dei non certo amati cugini, sconfitti abbastanza nettamente sia nel girone di andata, che in quello di ritorno.
Fonte: Wikipedia